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Concerto sinfonico

6 novembre
ore 17.00

Teatro Santa Cristina
Porano (TR)

Orchestra Filarmonica
Vittorio Calamani

Programma

Jean Sibelius
Impromptu op.5
– Andantino
– Meno andantino

Felix Mendelssohn-Bartholdy
Sinfonia n. 10 in si minore per archi, MWV N 10
– Adagio
– Allegro

Peter Warlock
Capriol Suite
Basse-Danse, Allegro moderato
Pavane, Allegretto, ma un poco lento
Tordion, Con moto
Bransles, Presto
Pieds-en-l’air, Andante tranquillo
Mattachins (Danza della spada)

Aquista biglietto

Note di sala

a cura di Giovannella Berardengo

Jean Sibelius, Impromptu op. 5
Jean Sibelius (8 dicembre 1865 – 20 settembre 1957) è stato un violinista e compositore finlandese. Considerato il maggior esponente del rinnovamento musicale finnico, fonde nella sua personalità compositiva, elementi del romanticismo tedesco e le forme espressive proprie del folklore musicale finlandese. Assieme allo spirito popolare, Sibelius ha analogamente assorbito l’essenza della leggenda scandinava, in particolar modo l’evocazione dell’ambiente naturale che ne costituisce il suggestivo scenario.
Il suo arrangiamento per orchestra d’archi dell’Impromptus n. 5 e n. 6 rappresenta una delle sue opere meno note al grande pubblico. Improntato su uno stile fine e leggiadro che in larga parte lo allontana dal fulgido brio del componimento originario per pianoforte del 1893 da cui è tratto, si compone di due brani distinti, fusi in un unico disegno: il quinto Impromptu apre e conclude il brano mentre il sesto garantisce un contrasto più sottile e gaio nel nucleo centrale dell’opera in forma ternaria. L’edizione per orchestra d’archi, tuttavia, ne inverte quasi completamente il carattere: il compositore trasforma l’incipit da un celestiale étude pianistico, ad un sommesso corale per archi all’interno del quale un costante sincopato pedale del violoncello, garantisce slancio e movimento al clima sognante realizzato dalla compagine orchestrale. Contrariamente, il sesto Impromptu per pianoforte, dall’andamento mesto, muta in una danza più delicata, alla quale è sotteso un vigore sancito dal serrato accompagnamento staccato dei secondi violini e dalla linea del basso in “pizzicato”, mentre la melodia dei violini primi e delle viole si eleva in frasi legate di ampio respiro.

Felix Mendelssohn-Bartholdy, Sinfonia n. 10 in si minore per archi, MWV N 10
La Sinfonia in si minore per archi fa parte delle dodici sinfonie per orchestra d’archi composte tra il 1821 e il 1823 da un Felix Mendelssohn quasi adolescente. Destinata alla privata esecuzione presso la sua ricca dimora berlinese, l’opera spicca per compostezza formale e fluidità melodica, tratti distintivi dell’estro inventivo del musicista sin dai primissimi esordi come compositore. Strutturalmente aderente ai canoni di sobrietà classica vanta una scrittura trasparente e ordinata, attenta ai giusti rapporti sonori. Del componimento si è conservato solo un movimento nel quale l’atmosfera trasognata dell’introduzione lenta rappresentata dall’Adagio, di ispirazione quasi haydniana, è improvvisamente troncata dall’impeto drammatico che segue, nell’Allegro, dove – per il taglio ritmico deciso e una creatività disinvolta – Mendelssohn è perfettamente riconoscibile.

Peter Warlock, Capriol Suite
Philip Arnold Heseltine, conosciuto con lo pseudonimo di Peter Warlock, è stato un compositore e critico musicale britannico. Il suo modus vivendi non convenzionale e spesso scandaloso, ed uno stile compositivo originale e distintivo, ha contribuito a costruire un personaggio tendenzialmente controverso. I suoi scritti critici hanno altresì fornito un contributo pionieristico ad una nuova interpretazione della musica antica. Negli ultimi anni, complice la perdita di ispirazione creativa, Heseltine soffrì di una depressione che lo portò alla morte per avvelenamento da gas nel 1830.
La Capriol Suite, una delle sue opere più popolari, è una serie di sei danze composta nell’ottobre del 1926. Nata originariamente per pianoforte a quattro mani, fu dal compositore stesso trascritta sia per archi che per grande orchestra. È dedicata al compositore bretone Paul Ladmirault Warlock e si ispira ai brani dell’Orchésographie di Thoinot Arbeau, un manuale di danze rinascimentali. Nel tentativo di cogliere il presente, il compositore si rifà allo stile antico senza però rinunciare a trattare questo materiale servendosi di spunti estremamente moderni, sottolineando come il presente si sviluppi su stratificazioni di ciò che è ormai passato.

Orchestra Filarmonica Vittorio Calamani

L’Orchestra Filarmonica Vittorio Calamani nasce con l’obiettivo di riunire i migliori talenti italiani in una compagine che pone la qualità artistica come fondamento della propria attività. Ha collaborato con numerosi teatri italiani e stranieri ed è stata diretta da direttori di fama nazionale e internazionale che l’hanno accompagnata in molteplici repertori, dal barocco al classico, dal moderno al contemporaneo. Grande attenzione è riservata ai compositori di oggi, come importante mezzo di coesione con la modernità e di confronto con il passato. L’orchestra è inoltre ospite di prestigiose stagioni artistiche e festival nazionali e internazionali. L’Orchestra Filarmonica Vittorio Calamani dal 2020 ha sede presso il Teatro Mancinelli di Orvieto ed è sin dalla sua nascita l’orchestra in residence del Festival della Piana del Cavaliere | Orvieto Festival. Si esibisce nei maggiori teatri italiani e internazionali sotto la guida di direttori come Tito Ceccherini, Hossein Pishkar, Diego Ceretta, Pasquale Corrado e collabora con solisti di fama internazionale.

Antecedente
Corso Cavour, 122
05018 – Orvieto (TR)
Aisico Associazione
Trasparenza

Contatti
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Biglietti
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+39 327.8690329

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